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Il mio consulente bancario non si fa pagare (falso!)

Investitore medio: “Perché dovrei cambiare abitudini e affidarmi ad un consulente finanziario indipendente e lasciare il mio consulente bancario, che mi segue e conosce da anni, considerando che non si fa pagare? Sai il servizio di consulenza è gratuito.” I consulenti che lavorano per gli intermediari, sia per il collocamento fuori sede che al borsino, vengono remunerati dalla banca tramite provvigioni o stipendi che derivano indirettamente dagli introiti del collocamento dei prodotti (casa madre o di terzi) o servizi offerti alla clientela. Chi assembla prodotti finanziari chiede una fee (commissione) che il distributore (l’intermediario) carica al cliente trattenendosi una parte della stessa commissione. Il consulente finanziario autonomo, eliminando il conflitto di interesse ab origine, non può per legge, pena la radiazione, percepire compensi da intermediari finanziari. “Ma io non vedo da nessuna parte i costi, come è possibile?” Perché i costi vengono spesso caricati al cliente e confusi con la performance del fondo, una specie di “parcella occulta”, mentre quella del consulente indipendente è trasparente e chiara da subito perché ben evidenziata nel contratto. Con il consulente finanziario indipendente sai già quanto lo paghi all’ inizio del rapporto, il costo è esplicitato ex ante, mentre per il consulente bancario dipende da come vengono impiegate le masse nel tempo. Ogni anno, dalla quota del fondo collocato dai consulenti con mandato per l’offerta fuori sede, vengono prelevati i costi di gestione del fondo ma il cliente vede solo diminuire il valore della quota del fondo, pensando che sia solo una questione di performance perché il mercato scende (per questo la maggior parte dei fondi attivi non batte il benchmark di riferimento). Oggi, per fortuna, c’è l’obbligo di invio del documento “rendicontazione ex post dei costi e oneri connessi alla prestazione dei servizi di investimento e accessori” entro il 30 aprile dell’anno in corso, in riferimento all’anno precedente, come previsto dalla Mifid2. Come esempio prendiamo un intermediario che, per correttezza, è bene specificare che inserisce già a fine anno la rendicontazione “Report Mifid Sintetico”, anche se per trovarla è necessario seguire un percorso tortuoso e al cliente non arriva alcuna mail specifica in merito al documento in questione. Di seguito i passaggi necessari.

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Come visto è un percorso tortuoso e non semplice soprattutto per chi non dimestichezza con l’home banking, quasi una caccia al tesoro. Perché, oltre agli aggiornamenti contrattuali (unilaterali e non), non si spedisce per posta o mail questo importantissimo documento al cliente specificando bene nella comunicazione di cosa si tratti? Domanda retorica, ovviamente. Sapere quanto costa la consulenza, ossia i servizi e oneri connessi alla prestazione dei servizi di investimento e accessori, è un diritto dell’investitore (spesso nascosto nell’home banking) che andrebbe esercitato con maggiore trasparenza da parte dell’intermediario nei confronti del cliente, magari inviando una mail o un sms specifico. Adesso i clienti degli intermediari saranno in grado di ottenere tramite richiesta alla banca o al consulente (o cercando sull’home banking), il documento “rendicontazione ex post dei costi e oneri connessi alla prestazione dei servizi di investimento e accessori” per conoscere e valutare il prezzo della consulenza, per essere consapevoli e capire se ritenersi soddisfatti del servizio oppure no. Per chi volesse analizzare il documento in questione, avendo dubbi e chiedendo delucidazioni su alcune voci, può scrivermi: gennaccari@privatescf.it

Buona rendicontazione e consapevolezza!

Guido Gennaccari

* Il procedimento per raggiungere la consultazione del documento “ rendicontazione ex post dei costi e oneri connessi alla prestazione dei servizi di investimento e accessoriReport MIFID Sintetico “ varia da banca a banca.